La scuola Sakya
È una delle quattro scuole del Buddhismo Tibetano, assieme a Nyingma, Kagyu e Gelug. Appartiene all’“Ordine del cappello rosso” assieme a Nyingma e Kagyu. Fu di importanza fondamentale per aver sviluppato e diffuso gli insegnamenti tantrici che arrivarono nel Tibet nell’XI secolo. Durante il XIII e XIV secolo fu anche il principale potere politico che governò il Paese himalayano. Sebbene la sua influenza politica diminuì nel corso dei secoli, l’enfasi sulle sue tradizioni religiose continuò a essere sostenuta. La tradizione Sakya quindi si rafforzò, fiorì e produsse molti grandi e distinti fedeli, santi e studiosi. Le origini della tradizione Sakya sono strettamente connesse con il lignaggio ancestrale della famiglia Khön, iniziando da Khön Konchok Gyalpo (1034-1102), fondatore della tradizione Sakya, e continuando ininterrotta fino a oggi.
I grandi Lama come Sachen Künga Nyingpo (1092-1158), Loppön Sonam Tsemo (1142-1182), Jetsün Drakpa Gyaltsen (1147-1216), Sakya Pandita (1182-1251) e il protettore Drogön Chogyal Phagpa (1235-1280) sono i primi cinque Maestri Sakya, i cinque Jetsun, e sono ricordati come “I cinque patriarchi della tradizione Sakya”.
Dopo di essi ci furono i “Sei Ornamenti del Tibet” che furono anch’essi maestri spirituali: Yakton Sengey Phel e Rongton Sheja Künrig per la loro autorità sugli insegnamenti dei Sutra; Ngorchen Kunga Zangpo e Zongpa Kunga Namgyal per la loro alta conoscenza dei Tantra; Gorampo Sonam Sengey e Shakya Chogden per la loro conoscenza sia dei Sutra che dei Tantra. Gorampa Sonam Sengey introdusse nella tradizione Sakya anche lo studio formale della logica.